Museo Pietà Rondanini Michelangelo
Dal 2015, la Pietà Rondanini ha uno spazio espositivo dedicato: l’Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco appositamente restaurato per ospitare il capolavoro di Michelangelo. Costruito nel 1576 per accogliere i malati di peste, questo luogo di sofferenza si presta a ospitare la scultura del dolore assoluto: quello materno di fronte alla morte di un figlio. Il restauro ha mantenuto la struttura cinquecentesca della sala, caratterizzata da volte a crociera e decorazioni murarie, a cui si accede da un’area accoglienza con biglietteria e bookshop che ha la funzione di filtrare il frastuono cittadino. Varcata la soglia della sala, ci si trova subito di fronte alla schiena curva di Maria: una scelta curatoriale che ribalta la consueta fruizione frontale delle opere d’arte. Racconta Michele De Lucchi: “La sorpresa più grande è vedere l’opera esposta di schiena e dover girare attorno alla statua per vederla in tutta la sua meraviglia. La schiena della Madonna è quanto di più...
Leggi di piùDal 2015, la Pietà Rondanini ha uno spazio espositivo dedicato: l’Ospedale Spagnolo del Castello Sforzesco appositamente restaurato per ospitare il capolavoro di Michelangelo. Costruito nel 1576 per accogliere i malati di peste, questo luogo di sofferenza si presta a ospitare la scultura del dolore assoluto: quello materno di fronte alla morte di un figlio. Il restauro ha mantenuto la struttura cinquecentesca della sala, caratterizzata da volte a crociera e decorazioni murarie, a cui si accede da un’area accoglienza con biglietteria e bookshop che ha la funzione di filtrare il frastuono cittadino. Varcata la soglia della sala, ci si trova subito di fronte alla schiena curva di Maria: una scelta curatoriale che ribalta la consueta fruizione frontale delle opere d’arte. Racconta Michele De Lucchi: “La sorpresa più grande è vedere l’opera esposta di schiena e dover girare attorno alla statua per vederla in tutta la sua meraviglia. La schiena della Madonna è quanto di più espressivo e commovente. Michelangelo ha modellato questa sofferente figura con una curva tracciata nel marmo che appartiene a tutte le epoche dell’arte, dal Rinascimento all’Espressionismo”.
Per salvaguardare il capolavoro da qualsiasi tipo di vibrazione è stata costruita una pedana antisismica in lastre di metallo che garantisce l’assorbimento di ogni movimento.
Il contesto espositivo è essenziale: la sala rimane vuota se non per la presenza di tre panche in rovere e una vetrina contenente la storia dell’opera. Sulla parete opposta all’ingresso, una quinta accoglie la maschera funeraria e una medaglia di Michelangelo, realizzate rispettivamente da Leone Leoni e Daniele da Volterra. Il pavimento in assito di rovere dona calore all’ambiente e produce un contrasto materico che valorizza il bianco del marmo. L’illuminazione della statua è studiata per evitare le ombre, mentre all’interno della sala si diffonde una luce naturale che valorizza gli affreschi senza entrare in contrasto con la centralità della Pietà.
- Architettura e design di cultura umanistica
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