Visione e impegno
Alla centro della filosofia c'è il pensiero del fondatore, Michele De Lucchi: non un riferimento statico ma una forza centrifuga.
In occasione della nascita del CIRCLE nel 2019, Michele De Lucchi scrisse una lettera che definiva le intenzioni fondanti del nuovo studio, inteso come un “cerchio” di progettisti innovatori desiderosi di contribuire all’evoluzione del mondo, propositivi, impegnati e sempre attenti alla sostenibilità economica, ambientale e sociale. “Noi non siamo follower. Apparteniamo alla categoria dei progettisti che credono nella necessità di testimoniare la civiltà in cui viviamo. Crediamo che progettare oggetti, edifici e ambienti per l’uomo del futuro richieda una costante innovazione. Trasferiamo concetti in fatti, astrazioni in realizzazioni, parole chiave in immagini, l’intangibile in tangibile. Siamo impegnati a chiarire il significato della convivenza sociale, generare evoluzione e favorire la sostenibilità e la sopravvivenza del pianeta. Uniamo competenze in architettura, design d’interni, design industriale e grafica al contributo delle discipline umanistiche e scientifiche. Sfidiamo le convenzioni e sveliamo mondi nascosti. Vogliamo essere leader nella sperimentazione. Il nostro compito è quello di creare oggetti, edifici e ambienti che ispirino una coesistenza pacifica degli individui e delle diverse culture, che rispondano concretamente alle esigenze di responsabilità nei confronti della natura, che rigenerino ciò che già esiste senza consumare inutilmente beni e risorse disponibili, che sfruttino la tecnologia in tutto il suo potenziale pratico e funzionale. La nostra attività si basa fondamentalmente su creazione, giudizio, presentazione e realizzazione. Questo processo sarà tanto più vivace e fertile quanto più abbracceremo le molte domande che ne derivano. Domande su possibili mondi migliori. Cerchiamo di essere quanto più fantasiosi nella creazione, più esigenti nel giudizio, più chiari nella presentazione e più rigorosi nella realizzazione. Ma di recente ho capito che tutto ciò non è abbastanza. È necessario qualcosa di più per avere successo. Qualcosa che non è facile da definire, non facile da quantificare, non facile da insegnare. Parlo del coraggio. Questo è ciò che chiedo continuamente a me stesso: sii coraggioso, intellettualmente coraggioso! Non voglio essere un timido seguace ma un coraggioso apripista. Non con presunzione, non con arroganza, mai irritante e mai irritato, sempre gentile. Un apripista coraggioso. Dove si nasconde il coraggio dentro di me? Dove si nasconde il coraggio dentro di voi? Scopriamolo! Siate coraggiosi! (Con me!).”